| Studenti italiani sempre più somari nelle tabelline. Promossi i licei del Nord-Est in linea con la media europea. Il sistema scolastico fa acqua
Avrà pure dato i natali a Niccolò Tartaglia, Galileo Galielei, Piergiorgio Odifreddi, ma l'Italia non brilla certo per ingegno matematico. Men che meno negli utlimi anni. I dati pubblicati dall'indagine Ocse-Pisa 2006 non fanno altro che confermare un trend ciclico. L'ultima rilevazione dettagliata ripropone esiti già noti. In precedenza uno studio realizzato dall'American Institutes for Research, effettuato tra gli studenti del primo anno nelle scuole superiori dei 50 Stati dell'Unione e in altri 45 nazioni estere, aveva ricacciato nei bassifondi della graduatoria la Penisola, includendola tra le "peggiori della classe" nell'apprendimento di nozioni come equazioni e radici quadrate, appena dopo Olanda, Russia, Israele, Svezia. Cina, Finlandia e Corea, paesi in vetta alla classifica Ocse-Pisa, hanno fatto registrare coefficienti d'eccellenza 548-547 (la media Ocse è intorno a 500 punti, l'Italia è a 462, seguita solo dalla Grecia, fanalino di coda).
Disaggregando i dati, oltre a quello territoriale, si registra un consistente divario tra le tipologie di scuola secondaria. Tra i licei del Nord-Est e gli istituti di formazione professionale delle Isole c'è un dislivello notevole.Un confronto tra macroaree promuove le province autonome di Trento e Bolzano e della Regione Liguria. Punteggi decisamente al di sotto della media per Sud ed isole (equivalenti, tanto per fare degli esempi, a quelli della Thailandia).
Una prima considerazione è immediata. Ad essere chiamato in causa è il sistema scolastico italiano, la cui qualità complessiva è messa sotto accusa soprattutto per la presenza di un squilibri geografici. La matematica è assimilabile non solo attraverso lo studio, ma anche attraverso l'intuito. La predisposizione verso le scienze matematiche non è esclusivamente una questione di innatismo e riguarda i metodi di insegnamento. Arguti osservatori elogiano l'applicazione degli studenti nei paesi asiatici, che trovano assolutamente normale stare seduti e scervellarsi per fare i compiti. Assai improbabile che ciò avvenga in Italia, dove i genitori, in primis, teorizzano che il sovraccarico sia una ripicca da parte di insegnanti in preda al burnout. I dati indicano quindi una diminuita applicazione degli studenti, bensì una ridotta capacità intellettiva e di problem solving, proprio nell'era in cui tutto è demandato alla tecnologia.
In ultima analisi, un ulteriore elemento di comprovazione arriva dai rapporti annuali del servizio nazionale di valutazione della scuola italiana e soprattutto dalle statistiche diffuse dal Miur nei mesi scorsi, per cui il 70,3% dei ragazzi che frequentano le scuole superiori ha riportato una o più insufficienze nel primo quadrimestre. La disciplina con le carenze più vistose: ovviamente la matematica.
voi che ne pensate??...io sinceramente le tabelline non le so ma nn penso che siano fondamentali XD
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