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"Quel mostro liberato perché è ricco...", Cronaca

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Sweet Sacrifice
icon13  CAT_IMG Posted on 25/1/2009, 14:12






ROMA - "Sono sconcertata, non ho parole: hanno rimesso in libertà quel ragazzo, quel mostro. L'hanno lasciato libero perché è ricco. Mi ha trascinato in quel bagno e mi ha violentato come una bestia. Ero così contenta il giorno in cui mi hanno dato la notizia del suo arresto, mi sono anche complimentata con la polizia e avevo anche detto che avrei voluto vederlo in faccia, invece oggi... che delusione mi sento davvero abbandonata dalle istituzioni. Veramente, sono proprio amareggiata". Gaia, la ragazza stuprata alla Fiera di Roma la notte di Capodanno in un bagno chimico, ha accolto con sgomento la notizia dell'uscita dal carcere del suo stupratore, Davide Franceschini, 22 anni, panettiere di Fiumicino, piccolo Comune alle porte della capitale. Ha chiamato il sindaco di Roma Alemanno e si è sfogata con lui, piangendo e mostrando tutto il suo disappunto per questa "incredibile indulgenza".

"Uno così merita soltanto che gli si tagli la testa", ha detto invece il papà della giovane barista dei Castelli Romani, fuori dalla sua abitazione. "Che altro gli vuoi fare a uno così?", dice a mani giunte. Sulla decisione del magistrato l'uomo preferisce non commentare. Ma dai suoi occhi si intuisce dolore, rabbia e un grande senso di frustrazione. Quel primo Capodanno trascorso fuori casa, a differenza dei precedenti sempre passati con gli amici nel garage sotto casa, è costato davvero caro alla giovane figlia.

La notizia della scarcerazione arriva come una doccia fredda non solo per la protagonista della triste vicenda e per la sua famiglia, ma per tutti gli amici della ragazza e per l'intero paese. Dal tardo pomeriggio e fino a sera è un via vai continuo di amici, ma lei saluta velocemente e manda via tutti, tranne pochissimi intimi. È troppo sconvolta e delusa per la decisione del giudice per le indagini preliminari. "Tutto lo sforzo che ho fatto per riuscire a ricordare dettagli e cose che potessero portare a lui, alla sua cattura non è servito a niente. A niente", avrebbe confidato tra le lacrime alla sua amica del cuore.

Quando alle 16 invece Davide Franceschini, accompagnato da una macchina della polizia penitenziaria, dall'altra parte della città, a Fiumicino, ha imboccato la strada di casa ad accoglierlo c'era il papà, un uomo alto, che reagisce con educazione ma con estrema fermezza alle domande dei cronisti. "Non ho proprio niente da dire, ma proprio niente", dice sulla porta della panetteria di cui è titolare, attività che sta al piano terra della sua abitazione. "È una vicenda tristissima, ma cosa volete che diciamo, meglio non parlare", aggiunge il fratello di Davide, con gli occhi gonfi di lacrime, mentre accompagna i suoi figlioletti alla partita di pallone.

Impossibile strappare anche solo una parola, un commento al ragazzo che, passando davanti a flash e microfoni, si alza il bavero del maglione e si copre il volto con le mani. Il suo pentimento lo aveva già mostrato davanti a poliziotti e magistrati: "Quella sera avevo bevuto ed ero fatto di cocaina, non ho capito più niente, mi dispiace. È stato come se fossi stato dentro un sogno". Il padre lo ripara dai cronisti e poi si chiude dietro il cancello. Sbattendolo.

Repubblica.it



Ecco qui...dov'è la giustizia dico io???...NON ESISTE!
A voi...ditemi cosa ne pensate!
 
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0 replies since 25/1/2009, 14:12   46 views
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